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sabato 29 gennaio 2011

Eco in Sorrento.

Immaginate una libreria qualunque, in un paese di 16mila anime come Sorrento.
Adesso immaginate un letterato di fama internazionale come Umberto Eco, autore di capolavori come "Il nome della rosa".

Il risultato è quello che ho avuto modo di vedere oggi pomeriggio.

Chiariamo, non ho amato particolarmente "Il nome della rosa" ma Umberto Eco è Umberto Eco. Mica pizza e fichi.

La Libreria Tasso era per metà piena, piena dei suoi clienti abituali, ragazzi, adulti e vecchietti che divorano pagine su pagine, libri su libri. Tra questi anche io, ovviamente.

L'unica foto che avevo in mente mentre stavo lì ad aspettare, era quella di un Eco barbuto, molto barbuto.

Ed ecco che mi vedo arrivare questo armadio a quattro ante, un Orso Yoghi antropomorfo, nel suo soprabito nero, bastone da passeggio alla mano e viso più pulito e liscio di una chiappa di neonato.

"È lui", mi dico, fiondandomi nella libreria per non sembrare l'unico idiota fuori.

Ed ecco che entra. Sorrisi cordiali, strette di mano, foto, altri sorrisi.

Ma il piccolo Umberto non era mica lì per farsi una pizzetta, doveva pubblicizzare il suo libro lui.
"Il cimitero di Praga"
Un giallo con ambientazione storica.
Il tipo di libro che mi sparerei endovena, di quelli che finisco in quattro-cinque giorni, se mi piacciono particolarmente.

Cinquecentoventitrè pagine da gustare, da vivere.

Lo consiglio a tutti, questo libruccio. Io ne ho una copia, con tanto di autografo dell'Umberto.

Uno dei tanti piaceri che i libri sanno regalararti (:

Pace, amore, empatia
Serj




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